sistemaGaribaldi non esiste.

La scelta di adottare un termine così ambiguo – sistema – ha inteso sottolineare il carattere sistemico del nostro approccio, fondato sulla consapevolezza di quanto le qualità come i problemi dell’uno, siano strettamente correlati con le qualità o i problemi dell’altro e che, al di la dei talenti individuali, contano i rapporti, le interazioni che tengono o meno insieme questi talenti, poiché anche al microscopio, anche nell’infinitesimamente piccolo, tutto si manifesta come frutto di un insieme.

sistemaGaribaldi non è dunque un soggetto ma un progetto e… un’ambizione.

Se il Teatro, a differenza di altre arti, si realizza soltanto nella relazione diretta; si manifesta, cioè, solo nell’incontro materiale fra uno spettatore e un attore, quando ci è stato affidato il compito di custodire il Teatro della Città, piuttosto che fondare un nuovo soggetto, ci siamo concentrati sulla qualità della relazione. In primis su quella fra Municipalità e Teatro Pubblico Pugliese: i due soggetti che legittimavano il nostro progetto.

Allargandone la prospettiva oltre i confini dell’edificio che ci era stato affidato – il Garibaldi – abbiamo cominciato ad indagare, coltivare e rappresentare quel più ampio e contraddittorio complesso di rapporti che, con una certa nostalgica ostinazione, continuiamo a chiamare Comunità.

In questo senso, se dentro l’edificio, oltre la più comune programmazione teatrale, sono state ospitate esperienze apparentemente incongrue, come una squola (con la q) di lingua italiana per stranieri o se l’edificio stesso, di volta in volta, deponendo le sue posture salottiere, si è fatto piazza, biblioteca, laboratorio, campo sportivo, luna park, clinica, da subito e soprattutto da quando il Garibaldi è stato chiuso per ristrutturazione, sono diventati Teatro: scuole (con la c), castelli, chiese, librerie, piazze e tutti quei luoghi che ci sono sembrati utili a favorire una crescita qualitativa di questa relazione che chiamiamo Teatro e che intendiamo Comunità.

Dunque, l’idea che coltiviamo è quella di un Teatro che favorisca la crescita qualitativa delle relazioni e la possibilità che questo dia più forza, consapevolezza e prospettiva alla società che rappresenta, senza ambizioni esaustive, poiché, se questo progetto è uno, articolato in molte declinazioni, è nel plurale che la sua ambizione si realizza.

Oggi siamo fortemente instabili e viviamo questa condizione con ovvia apprensione. Allo stesso tempo ne riconosciamo la congruità con quanto sta più ampiamente accadendo e così proviamo a non smettere il compito che ci siamo dati. Questo sito nasce nella e dalla fragilità del momento, appunto per rappresentarci.


La nostra storia

sistemaGaribaldi nasce nel 2013 intorno all’omonimo Teatro Comunale di Bisceglie da un’idea di Carlo Bruni che da quella data lo dirige.

Idea riassunta nel nome del progetto teso ad associare, all’ordinaria programmazione del teatro comunale, un complesso di attività e di relazioni dedite a farne un innovativo laboratorio culturale. Così, se nella programmazione realizzata non mancano figure note della scena nazionale, nel disegno stagionale, di volta in volta composto come un’opera organica e caratterizzato da un titolo (particolarmente preveggente è stato nel 2019 Cose dell’altro mondo), è possibile riconoscere una forte attenzione al rinnovamento della scena, una particolare cura per la danza contemporanea e innumerevoli “effetti collaterali” generati dalle diverse collaborazioni (decisive quelle con la compagnia Kuziba Teatro, il Circolo dei Lettori, gli Archimisti, ZonaEffe e le Vecchie Segherie Mastrototaro). Nel vasto elenco degli ospiti spiccano nomi della tradizione come Umberto Orsini, Isa Danieli, Maddalena Crippa, Silvio Orlando; comici come Antonio Albanese, Lillo e Greg, Rita Pelusio; musicisti come Piovani, Avitabile, ma anche Beatrice Rana o Emanuele Arciuli; e innovatori acclamati della scena come Alessandro Serra (primi ad ospitare in Puglia, prima dell’Ubu, il Macbettu), Lucia Calamaro, Danio Manfredini, Valter Malosti. Approdo attento alle migliori espressioni della regione, a punteggiare le stagioni sistemaGaribaldi propone una serie di focus ricorrenti, quasi dei piccoli festival tematici. Il primo, in novembre, Maestri e Margherite, è dedicato proprio al dialogo fra le generazioni, capace di mettere insieme la consolidata esperienza di artisti come Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Arturo Cirillo o Carlo Cerciello, con “scoperte” come La Calsse di Fabiana Iacozzilli, fra gli spettacoli più premiati dell’ultima stagione o narratori come Mario Perrotta, Saverio La Ruina, Roberto Anglisani. Il secondo, Salute!, in febbraio impegnato sul fronte della qualità della vita e appunto della salute; il terzo, recentissimo, I tavoli di marzo, un momento di confronto su temi e problemi del nostro tempo interamente affidato allo sguardo femminile; il quarto, Prospettiva Nevskij, in aprile, dedicato alla danza contemporanea, con presenze fra le più prestigiose del panorama nazionale, conta fra gli artisti ospitati Virgilio Sieni, Roberto Zappalà, Michele Di Stefano, Raffaella Giordano, Alessandro Sciarroni, ma anche i pugliesi Roberta Ferrara, Giulio De Leo, Elisa Barucchieri. Con più di cento aperture al pubblico l’anno, quasi ventimila presenze e un’intensissima attività destinata ai più piccoli che culmina (anche quest’anno) con il quinto focus intitolato il tempo dei piccoli, sistemaGaribaldi è un progetto frutto di una convenzione che si rinnova di stagione in stagione, fra la Municipalità e il Teatro Pubblico Pugliese. Dallo scorso anno la sua programmazione influenza anche l’estate: alla seconda edizione 42gradi idee che bruciano e alla prima, prossima ad essere annunciata, il festival agostano Mediterraneo. Se sul fronte letterario sistemaGaribaldi è stato approdo di scrittori come Paolo Di Paolo, Mario Calabresi, Sandra Petrignani, Vivian Lamarque, Rossana Dedola e naturalmente Desiati, Carofiglio, Lagioia; sul fronte formativo ha fondato squolaGaribaldi, impegnata non solo nella formazione teatrale e coreutica, ma anche sede di corsi d’italiano per stranieri affiliati alla Penny Wirton di Affinati. “Solo” un progetto, non un soggetto, con la libertà e la fragilità che questa condizione comporta.